In questo momento di riflessione vogliamo provare a raccogliere qualcosa della spiritualità di don Luciano sulla virtù dell’umiltà.
Ho riflettuto in questi giorni e ho pensato di iniziare col proporvi le parole con le quali Mons. Loris Francesco Capovilla aprì il convegno ecclesiale di Loreto nel 1985:
“La prima regola che si impone alla coscienza dei vescovi e dei loro cooperatori è la consapevolezza dei propri limiti e dei propri peccati, della grandezza dell’investitura ricevuta e dell’assoluto bisogno di Dio.
Molti pastori bramano di insegnare ciò che hanno imparato. Da qui l’invito ai responsabili della Chiesa a lasciarsi fare adulti della lettura ininterrotta del Libro sacro, spogli di orpelli retorici, indifferenti al plauso o alla derisione, al successo o all’insuccesso… sostenuti da severa ascesi personale, equilibrio psicofisico, chiarezza di pensiero e di giudizio, dosato ottimismo e coraggio.
Prima di rivolgersi agli altri e di interpellarli devono rispondere con semplicità ad alcuni quesiti: se siano essi riconciliati con Dio, se lo siano con se stessi e col proprio sangue, nell’ambito socio-culturale-politico-religioso in cui al Provvidenza li ha collocati; se lo siano con la terra, il mare, il cielo; con l’economia, la tecnica, le scienze le arti, gli strumenti di comunicazione sociale; se lo siano con tutti, e non per calcolo, furbizia, diplomazia, debolezza…Non siete qui per schiacciare ma per salvare; non per trascinare ma per convincere; non per guadagnare ma per pagare”
Ecco in questo raccolgo qualcosa di don Luciano: la sua coerenza come credente. Ciascuno di noi è chiamato ad essere nel posto che gli è chiesto di occupare.
Se ti incontri veramente con il Signore, tu scopri la tua miseria, ma scopri anche la tua grandezza in quanto amato dal Signore.
Nel suo diario don Luciano scrive: “l’umiltà deve essere nel cuore e allora si manifesterà anche all’esterno” il cuore che non si vede appare nelle opere che facciamo, il cuore che riceve l’amore, il cuore è la centralità che rivela tutto del Signore… “Signore, fate che non sia più triste per niente, se ho commesso un difetto voi me lo perdonerete, se sono tentato mi siete vicino” non essere mai tristi perché non siamo soli, Dio è il perdonatore! Chi ha il cuore plasmato, forgiato dal Signore e che non ha tristezza ecco che manifesta i suoi talenti…” o Gesù, dammi la vera umiltà, allora sfrutterò per te i talenti allora farò cose grandi per te…o Maria datemi l’umiltà” chi tiene i talenti per sé tradisce il suo compito di esprimere nella vita i doni che ha ricevuto nella fede.
Ancora: “Umiltà, l’atteggiamento semplice dell’anima che non ha di mira se stessa, ma che ha messo Dio al primo posto e che nulla turba, né il disprezzo, né la lode ma entrambi accetta in semplice disinvoltura perché la ferita dell’amor proprio la sana l’amore di Dio. …. Il senso di umiltà della creatura che sente che tutto deve al suo Signore, che tutto il suo essere è Suo e tutto deve essere per Lui”.
La consapevolezza di queste righe è del primato di Dio che ci permette di non fare emergere noi stessi, nelle parole, nei gesti che compiamo; “da solo che cosa potrei fare? Tu pazientemente mi lavori, mi guidi, vegli sui miei passi, non mi lasci mai solo…capisco che solo nella tua luce c’è risolto il problema della mia vita” solo solo solo questa parola viene tanto ripetuta perché c’è la consapevolezza che solo Dio può riempire e far risplendere le nostre azioni.
“Signore insegnami a pregare, non so. Ma il pregare sarà semplice, senza elucubrazioni faticose, sarà come il filo d’erba che beve la luce e il sole che lo circonda. Forse il più grande nemico della preghiera è il vano compiacersi di sé” la preghiera è il collegamento, l’attacco alla sorgente, l’alimentatore, il fondamento per tenere il cuore dell’uomo ricco di Dio.
Don Luciano è tanto severo con se stesso e tanto indulgente con gli altri, più attento a correggersi che a giudicare gli altri:
“Esaminarmi come io esplico di doni di Dio anima, corpo, grazia, sacerdozio… che non sia trovato come il servo infedele che nasconde il talento. Dammi la Tua umiltà vera, sincera, gioiosa, elevante sempre… Gesù fammi vedere il tuo volto autentico”…..” sia sempre nelle mie mani e nel mio cuore la santa Parola di Dio, per penetrarmene: gioia del mio spirito. Il Signore mi ha fatto capire che quando si parla di predicazione è tutta la mia vita, la mia ragione di essere, tutta la direttiva della mia vita: l’annuncio. Annunciatore della Parola che salva.”
La ricerca continua del volto di Dio che non si conosce mai in modo definitivo, c’è un scoperta che non finisce mai, dobbiamo ricercare sempre:
“Come sei grande Signore e come sei vicino!… Oggi esco dalle tue mani.. Oggi nel Cristo, la nuova creazione… Oggi in Lui inizia il mondo nuovo: E noi siamo in Lui.” questo ripetere sempre OGGI è bellissimo perché è proprio così. Anche noi dobbiamo vivere sempre questo oggi senza dare mai niente di scontato nella fede e nei rapporti con gli altri.
“Dio è umile, semplice, manda i suoi apostoli e comanda di aiutare tutti, non imporre, proporre: questa è la tattica dell’apostolato; non ci può essere dialogo senza essere umili, non ci può essere ubbidienza senza essere umili, non possiamo essere apostoli senza essere umili….L’umiltà è pressoché tutta la sapienza evangelica, ha una grande parentela con la pace, l’anima umile sa essere riconoscente. Come è rara la riconoscenza… l’umiltà è una disposizione abituale alla preghiera che vedo necessaria e una disposizione a donarmi sempre per amore di Gesù”
Spesso noi crediamo di sapere già tutto: la preghiera è sempre la stessa, andiamo a messa ma sappiamo già tutto, le messe sono poi sempre uguali….No no guai accostarsi alle celebrazioni con questo atteggiamento di sufficienza.
Aggiungo allora alcune mie considerazioni:
Don Luciano è sempre rimasto discepolo, perciò ci è stato padre e maestro.
Come lui anche noi possiamo attingere:
1 – alla scuola dell’Eucaristia (pregare “in”): incontriamo Gesù nel silenzio e nella preghiera continua, il silenzio ha caratterizzato molto la vita di don Luciano. Nell’Eucaristia incontriamo Gesù nascosto in un piccolo frammento di pane, l’espressione più grande dell’umiltà di Dio.
2 – alla scuola della Vergine Maria (pregare “con”): Gesù vuole rivedere in noi la Vergine Maria e don Luciano è sempre rimasto vicino alla Madonna e ha sempre chiesto e confidato nel suo sostegno:
3 – alla scuola della storia e della gente (pregare “per”): don Luciano ha vissuto nel nascondimento ma era pienamente nella storia perché era vicino a tutti specialmente con la confessione, aveva un sorriso accogliente e illuminante che infondeva pace e serenità.
Con don Luciano, anche noi siamo chiamati ad essere santi “ciascuno a modo suo”.
Termino con questa leggenda scritta da un grande mistico islamico, Al-Hallaj:
“Ogni uomo ha nel profondo oceano del suo cuore conchiglie che sono chiuse, quelle della fede e della bellezza, dell’amore e della speranza. Sono però conchiglie chiuse. E purtroppo molti uomini passano tutta la vita senza riuscire mai a schiuderle.”
L’augurio e la preghiera è “che arrivi una luce, un raggio del cielo e del sole di Dio e faccia salire a galla del mare quelle conchiglie e le apra. Scopriremo allora che all’interno di quelle conchiglie c’è una luce infinita.”
Don Luciano ha fatto schiudere attraverso la sua vita, umile testimonianza di mitezza e di fede, qualcosa di bello di cui si continua ancora a scoprire qualcosa: dal legame con lui, dal legame con questo santuario della Vergine di Poggio, soprattutto dal legame con l’Eucaristia – presenza adorabile del Signore Gesù nella Parola e nel Pane di vita, – ciascuno possa contribuire a far fiorire quella santità a cui è chiamato col Battesimo
Scrive don Luciano nel suo diario: “o Gesù, dammi la vera umiltà, allora sfrutterò per te i talenti, allora farò cose grandi per te….
Don Natale Tomba