“Beati i miti, perché avranno in eredità la terra”
(Mt. 5,5)
“E’ un’espressione forte, in questo mondo che fin dall’inizio è un luogo di inimicizia, dove si litiga ovunque, dove da tutte le parti c’è odio, dove continuamente classifichiamo gli altri per le loro idee, le loro abitudini, e perfino per il loro modo di parlare e di vestire. Insomma, è il regno dell’orgoglio e della vanità, dove ognuno crede di avere il diritto di innalzarsi al di sopra degli altri. Tuttavia, nonostante sembri impossibile, Gesù propone un altro stile: la mitezza.
Gesù dice ai discepoli: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt. 11,29). Se viviamo agitati, arroganti di fronte agli altri, finiamo stanchi e spossati. Ma quando vediamo i loro limiti e i loro difetti con tenerezza e mitezza, senza sentirci superiori, possiamo dar loro una mano ed evitiamo di sprecare energie in lamenti inutili.”
Tratto da . “Gaudete et exsultate” Esortazione Apostolica di Papa Francesco
Don Luciano era un uomo mite, si è impegnato, fin dalla giovane età, nel cercare di essere buono, paziente, gentile verso tutti. Negli scritti che ci ha lasciato troviamo le sue riflessioni:
“…devo usare carità con i compagni specialmente mi guarderò dal giudicarli male.
Amare i compagni, perdonando, scusando con generosa carità. “
“La mansuetudine costa molta fatica, vincersi nelle contrarietà, mantenersi calmo. Mansuetudine è fortezza, non debolezza. Il sacerdote deve essere forte come un diamante, tenero come una madre. Ne ho molto bisogno, bisogna che preghi molto Gesù e Maria.”
“Signore vi chiedo, di essere sempre pieno di bontà nei pensieri, di essere sempre pieno di gentilezza nel tutto, di fare tutto il bene che posso, anche se non sarà visto e conosciuto. E questo fate che lo insegni al popolo.
“E’ l’amore che dà vita a tutto l’universo, come il sole dà vita a tutte le cose….Un giorno tu vedrai Gesù rivestito di quella bontà che tu hai avuto per una creatura. Il tuo servizio, la tua gentilezza, nascosta, che nessuno neppure ha visto, Cristo, lassù la vede: ero povero e mi hai accolto.. La gentilezza, come le altre virtù, è un fiore della carità, ma la carità è Dio che vive nel nostro cuore”
(tratto da un corso di esercizi spirituali predicati da don Luciano)
Dalle testimonianze raccolte (vescovi, sacerdoti, religiosi e laici) emerge, senza ombra di dubbio, che don Luciano ha raccolto e concretizzato pienamente l’invito di Gesù: “imparate da me che sono mite e umile di cuore”.
Ecco qualche testimonianza di chi lo ha conosciuto:
“Lo ricordo così: edificante, sorridente, ammirato da tutti. Mitezza inalterabile: mai sgarbo, lamento, rifiuto. Coglieva il lato buono in tutti: scusava…. Talvolta alcuno, in vena di scherzare, oltrepassava il limite della moderazione; lui abbozzava un sorriso, venato di mestizia e di perdono…
Il tutto frutto di una fede profonda, di una particolare amicizia con Gesù e di tenerissima devozione alla Madonna.
(don Leopoldo Bonetti)
“Era buono Don Luciano!
E lo si vedeva anche dalla dolcezza e pazienza infinita con la quale accoglieva le persone, stava con loro nel piccolo studiolo sempre freddo e ascoltava lunghe litanie di lamentele: Pazienza e dolcezza infinita anche con la vecchia mamma, dalla quale accettava di essere accompagnato in ogni momento, opportuno e importuno, negli anni della sua smarrita senescenza. La sua non era una bontà sdolcinata o remissiva, era alimentata da una fede e una vita spirituale altissima. Era una bontà che veniva dall’intimo della sua vita illuminata dall’Amore di Dio e armonizzata con un impegno di studio, di seria riflessione, di continuo aggiornamento teologico e culturale… Buono e forte, buono e sapiente, buono e attivo ….
Dunque era un prete del quale tutti, credenti, praticanti, non praticanti o atei dicevano: “Ce ne vorrebbero dei preti così!”. Nel ricordarlo vogliamo semplicemente dire grazie al Signore che ci ha dato un Prete così; ma dire grazie anche a lui che si è lasciato totalmente illuminare e santificare dallo Spirito Santo.”
(mons. Silvano Cattani)
“Don Luciano è stato un contemplatore del volto di Gesù .. il suo volto era il riflesso di quello del Signore. E’ qui la sorgente della sua gioia interiore, del suo sguardo che esprimeva e infondeva fiducia, del suo tratto sempre molto delicato e attento, del suo cuore aperto a tutti, ricco di bontà e di misericordia, capace di prendere su di sé le preoccupazioni delle persone, di fare penitenza per chi aveva più bisogno di conversione. Veramente Don Luciano ha saputo parlare del Signore, ha saputo farlo vedere e farlo incontrare con la dolcezza del suo volto, con la larghezza del suo cuore, con la delicatezza del suo tratto; da uomo di Dio qual era è stato trasparenza del Signore, proprio perché prima di tutto ne era stato il contemplatore..
(mons. Gino Strazzari)